PERCHE' FARE UN VIAGGIO IN GHANA, TOGO E BENIN? COSA FARE E COSA VEDERE?
Un viaggio in Africa Occidentale, ed in particolare in Ghana, Togo e Benin, offre la possibilità di entrare in contatto con popolazioni e minoranze etniche remote, imparando qualcosa di più sulla loro cultura e sulle loro tradizioni. Un viaggio in Ghana, Togo e Benin è pertanto consigliato a tutti coloro che cercano un tour il cui tema principale è proprio quello etnico-culturale, sebbene non manchi occasionalmente, soprattutto in Ghana, la possibilità di ammirare anche un po' di natura e qualche paesaggio. Essendo le popolazioni di questi paesi ancora particolarmente legate alle proprie tradizioni, non mancano nell'arco dell'anno un certo numero di feste e cerimonie di varia natura, per le quali varrebbe la pena pianificare la data di partenza e l'itinerario proprio in funzione della programmazione di tali eventi, che vedono spesso spettacolari danze in maschera dai significati sempre molto particolari. Non mancano poi villaggi dall'interessante architettura dove contadini e artigiani lavorano ancora con metodi tradizionali, musei e luoghi di interesse storico, in particolare quelli legati al triste capitolo della tratta degli schiavi. Ma vediamo più in dettaglio quali sono le principali attrazioni in Ghana, Togo e Benin:
- Accra, Elmina e Kakum (Ghana): Accra, grande metropoli in costante crescita, offre un mix tra tradizioni e modernità con artigiani impegnati nei lavori più disparati, mentre il castello di Elmina risalente al XV secolo trasmette tristi testimonianze sulla tratta degli schiavi. Il parco nazionale di Kakum ospita invece grandi alberi che possono essere visti dall'alto grazie ad un lungo ponte di corde tra i più estesi del mondo.
- Kumasi (Ghana): capitale del regno degli Ashanti, Kumasi ospita la festa Akwasidae ogni mese (che per questo popolo dura circa 40 giorni), svolta per onorare gli antenati e per omaggiare il re. Con un po' di fortuna ci si può imbattere in un funerale tradizionale, cerimonia profondamente diversa dalla nostra, mentre nel locale mercato si possono vedere centinaia di bancarelle che vendono di tutto.
- La foresta sacra di Boabeng (Ghana): una vasta foresta pluviale ospita grandi alberi e ficus strangolatori, mentre i regno animale è rappresentato dalle scimmie Monas e Colobus, venerate dalla popolazione locale in quanto si ritiene che siano la reincarnazione dei propri antenati.
- Le minoranze etniche ed i villaggi rurali della savana (Ghana): la savana ospita villaggi rurali dalla particolare architettura, dove le donne vivono in case di argilla dalla forma rotonda. Un villaggio in particolare, ospita donne accusate di essere streghe, qua esiliate a vita per sfuggire al linciaggio.
- La danza del fuoco di Sokodé (Togo): in un luogo remoto e soggetto ad incendi, dove non esistono pompieri ed idranti, alcune persone hanno sviluppato per necessità una sbalorditiva resistenza al fuoco, dimostrata con rituali durante i quali la brace rovente viene maneggiata con incredibile naturalezza e addirittura messa in bocca. Sarà magia, autosuggestione, illusione o resistenza?
- Il popolo Kabye (Togo): isolato dal resto del mondo, il popolo Kabye del Togo settentrionale ha dovuto imparare ad essere autosufficiente, così nelle case di argilla dei villaggi di montagna, non è raro trovare artigiani che lavorano il ferro o che modellano vasellame, mentre i contadini coltivano miglio, sorgo ed altri cereali.
- Le case fortificate ed i castelli in miniatura (Togo e Benin): uno degli esempi più belli di architettura tradizionale dell'intero continente africano, le case fortificate sembrano veri e propri castelli di argilla in miniatura, utilizzati per nascondersi e difendersi durante i rastrellamenti di persone destinate alla tratta degli schiavi. Nel periodo che segue la raccolta dei cereali, i tetti delle case fortificate sono pieni di semi lasciati ad essiccare, in un paesaggio surreale dall'atmosfera di altri tempi.
- I villaggi Taneka (Benin): ben nascosti tra i monti del Benin settentrionale, i villaggi Taneka ospitano popolazioni appartenenti a varie etnie distinguibili attraverso le scarnificazioni praticate su varie parti del corpo, mentre il dignitario spirituale si riconosce perché indossa solo un costume di pelle di capra e fuma continuamente una lunga pipa.
- Le maschere Egun (Benin): viste come spiriti di persone morte che sono tornate sulla Terra per risolvere i problemi della comunità, le maschere Egun sono probabilmente i costumi più belli, colorati e decorati, di tutto il Benin. Periodicamente si svolgono dei festival dove queste maschere sono protagoniste, ma con un pizzico di fortuna si possono incontrare casualmente anche in altri momenti dell'anno.
- Le maschere Gelede (Benin): queste maschere celebrano gli spiriti della Madre Terra ed i relativi riti sono propiziatori per la fertilità del suolo e delle persone. Le maschere Gelede non hanno fori per gli occhi ed il costume ricopre completamente il corpo di chi le indossa. Come per le maschere Egun, esistono specifici periodi dell'anno per assistere a veri e propri festival.
- Ganvié (Benin): considerata una delle città su palafitte più grandi del mondo, Ganvié offre uno sguardo su questo curioso stile di vita, che si svolge totalmente sull'acqua tra barche, palafitte e mercati galleggianti.
- Ouidah (Benin): considerata la capitale mondiale del Vudù, Ouidah offre la possibilità di visitare templi dedicati a questa religione, oltre ad illustrare la storia sulla tratta degli schiavi attraverso un museo ed un percorso a tappe tra il centro della città e l'antico porto da dove partivano le navi cariche di esseri umani in vendita.
- I riti voodoo (Togo e Benin): spesso erroneamente associati alla magia nera, i rituali Vudu accompagnano cerimonie abbinate a varie fasi della vita o preghiere per fare richieste agli spiriti, come avviene per qualunque altra religione. In alcuni villaggi del Benin e del Togo, a volte neanche riportati sulle mappe stradali, è possibile, con la mediazione di un locale, assistere a qualche rito per cercare di capire di qualcosa di più su queste misteriose pratiche. Un incontro con il sacerdote e guaritore del villaggio, può spiegare come vengono confezionati feticci ed amuleti, utilizzati anche nella medicina tradizionale.
SI PUO' ANDARE IN GHANA, TOGO E BENIN DA SOLI, OPPURE E' MEGLIO RIVOLGERSI AD UN OPERATORE PROFESSIONISTA?
Trattandosi di un viaggio etnico-culturale, dove si incontrano popolazioni in luoghi remoti ed in villaggi talvolta non riportati sulle cartine geografiche, è consigliabile fare il viaggio con un operatore che possa mettere a disposizione una guida in grado di spiegare cosa si sta guardando, ma soprattutto che possa fare da interlocutore nell'ottenere i vari permessi necessari per accedere alle comunità isolate. E' inoltre importante conoscere il calendario dei festival e dei rituali previsti nell'arco dell'anno, per pianificare l'itinerario di conseguenza, cosa che può essere fatta solo da una persona esperta che conosce bene l'Africa Occidentale. Il tour illustrato in questo reportage è stato prenotato attraverso I Viaggi di Maurizio Levi, operatore specializzato in viaggi fuori dalle rotte turistiche tradizionali.
QUALE E' IL PERIODO MIGLIORE PER ANDARE IN GHANA, TOGO E BENIN?
Come abbiamo già avuto modo di dire, un viaggio in Ghana, Togo e Benin, viene generalmente fatto per conoscere meglio i popoli e le etnie, con la loro cultura e le loro tradizioni, pertanto, non essendo previste tappe particolarmente importanti per la natura ed il paesaggio, avere il cielo sempre limpido non è un aspetto decisivo per la buona riuscita della vacanza. Tuttavia, non bisogna dimenticare che si passerà molto tempo all'aria aperta e quindi si vorranno evitare i periodi decisamente piovosi, non sottovalutando inoltre la possibile chiusura di alcune strade a seguito di allagamenti o inondazioni. In considerazione di questi aspetti, la stagione migliore per visitare il Ghana, il Togo ed il Benin, corrisponde a quella più asciutta che va da fine ottobre ad inizio aprile. Nell'ambito di tale periodo, bisogna però sapere che tra dicembre e febbraio soffia l'Harmattan, un vento che porta sabbia dal deserto del Sahara e che rende il cielo grigio per la polvere (il sole appare come una sorta di "palla" pallida nel cielo, fortemente filtrato dagli elementi in sospensione nell'aria), caratteristica che tuttavia non incide negativamente sulle attività all'aria aperta, in quanto piove pochissimo (bisogna solo essere consapevoli del fatto che le foto potrebbero non essere sempre perfette, per la visibilità limitata e per la luce un po' "piatta", come avrete modo di notare a partire dalla seconda parte di questo reportage). Il periodo più piovoso va da fine aprile a fine luglio, con una breve tregua in agosto, per riprendere a settembre. La temperatura massima e minima è per tutto l'anno superiore rispettivamente a 30 e 20 gradi, con umidità particolarmente elevata lungo le aree costiere, anche durante la stagione secca.
ALTRI CONSIGLI DI VIAGGIO PER IL GHANA, IL TOGO ED IL BENIN
Ecco altre notizie che potrebbero essere utili prima di andare in Ghana, Togo e Benin:
- Zanzare: la malaria è endemica in gran parte dell'Africa Occidentale e le zanzare ci sono anche durante la stagione secca, sebbene in tale periodo siano molto meno numerose e meno aggressive. Si consiglia di utilizzare abiti lunghi da prima del tramonto a dopo l'alba e di proteggersi sempre con spray repellenti ad alto contenuto di principio attivo. Dietro parere medico, è bene valutare la possibilità di fare la profilassi antimalarica.
- Come vestire: in Ghana, Togo e Benin fa caldo tutto l'anno e l'umidità può essere alta anche durante la stagione secca, in particolare lungo la fascia costiera. E' bene utilizzare abiti leggeri, non attillati e molto traspiranti. E' utile avere sempre a portata di mano un maglioncino o un pile leggero, se i compagni di viaggio dovessero esagerare con l'aria condizionata in auto o per alberghi e ristoranti.
- Cosa portare: un viaggio in Ghana, Togo e Benin è molto itinerante e difficilmente trascorrerete più di una notte nello stesso albergo. Si consiglia quindi di viaggiare leggeri (un semplice bagaglio a mano di 7kg è sufficiente per due o tre settimane di viaggio), anche perché si suda molto e gli abiti usati vanno comunque lavati tutti i giorni, anche se vi siete portati dietro il guardaroba intero. Il bucato può essere tranquillamente fatto in stanza in albergo, utilizzando il deumidificatore e/o il ventilatore a soffitto per far asciugare i panni. Un piccolo zaino pieghevole o comprimibile, è molto utile per portare acqua, occhiali da sole e berretto durante le escursioni a piedi.
- Divieti (di) e permessi (per) fotografare: in tutti i musei che ho avuto l'opportunità di visitare in Ghana, Togo e Benin, ho trovato sempre il divieto assoluto di fotografare, talvolta con obbligo di lasciare in biglietteria la macchina fotografica. Un vero peccato, perché quei musei spiegano storie ed aneddoti che tutto il mondo dovrebbe conoscere e che meriterebbero la massima diffusione. Prima di fotografare le persone è sempre bene chiedere il permesso, il quale viene generalmente concesso da oltre la metà delle persone (i bambini invece sono loro stessi a chiedere di essere fotografati), la reazione per una foto non autorizzata può essere (giustamente) molto scortese. Non bisogna assolutamente fotografare luoghi di frontiera, polizia o militari in divisa, caserme ed edifici "sensibili".
- Pasti e bevande: In Ghana, Togo e Benin si trova un po' di tutto, anche se uno degli alimenti più diffusi è lo yam, un grosso tubero utilizzato per molte pietanze (si può friggere o bollire come le patate, oppure si può ridurre in poltiglia per ottenere una specie di polenta). Ai turisti viene generalmente offerto pollo (ottimo, anche se a volte è un po' tenace), pesce, riso, manioca e ottima frutta dal sapore indimenticabile, come mango, ananas e papaya. Gli ortaggi e le verdure sono di facile reperibilità, bisogna solo fare attenzione a lavare tutto accuratamente. Nei maggiori supermercati, si trova anche un po' di scatolame. I cibi di strada sono generalmente sconsigliati, in quanto prodotti con acqua di pozzo e con scarse norme igieniche alle quali non siamo abituati. Consumate solo acqua in bottiglia, anche in albergo, controllando sempre l'integrità del sigillo del tappo. Molti alberghi forniscono gratuitamente in camera almeno una bottiglia di acqua.
- Alberghi: In Ghana, Togo e Benin ci sono alberghi di buona qualità, anche se il numero di stelle indicato non sempre corrisponde all'effettivo servizio ricevuto. Gran parte delle strutture hanno l'aria condizionata ed un piccolo scaldabagno elettrico che bisogna ricordarsi di accendere se si desidera l'acqua calda. Ovviamente le strutture sono di qualità inferiore nelle aree rurali, ma pur sempre buone, soprattutto considerando dove siamo.
- Telefono e wifi: la maggior parte degli operatori di telefonia mobile italiani, hanno accordi di roaming con le compagnie locali in Ghana, Togo e Benin, ma i costi per telefonare potrebbero essere altissimi (un po' meno per ricevere). La copertura è buona e arriva anche nei villaggi più remoti. Il wifi è disponibile in quasi tutti gli alberghi (quasi mai invece nei ristoranti), sebbene la connessione sia spesso lenta o decisamente inaffidabile.
- Criminalità e sicurezza: le popolazioni del Ghana, del Togo e del Benin, sono accoglienti e seguendo le norme del comune buon senso, non esistono grossi pericoli di subire furti. Nei luoghi particolarmente affollati, come i mercati, è meglio portare un marsupio (o lo zaino) davanti sul petto, evitando di tenere soldi o oggetti di valore in tasca. Per ogni evenienza, è bene portare le fotocopie del passaporto, dei visti e del certificato di vaccinazione sulla febbre gialla, da tenere in un luogo separato dagli originali.
- Traffico e condizioni delle strade: nelle città più popolose, in particolare ad Accra, bisogna mettere in conto il traffico, che può essere molto intenso e che può rappresentare un problema anche per percorrere pochi chilometri. La rete stradale in Ghana, Togo e Benin è ben sviluppata e le arterie principali sono tutte asfaltate, sebbene manchi quasi sempre l'illuminazione notturna. A volte le buche potrebbero essere numerose ed insidiose, costringendo a rallentare la marcia.
- Prese di corrente: le prese di corrente in Benin ed in Togo sono direttamente compatibili con quelle italiane e quindi non serve l'adattatore. Invece le prese di corrente in Ghana sono come quelle Inglesi, con i classici 3 grandi terminali piatti (tipo G).
- Moneta e carta di credito: in Ghana, Togo e Benin le carte di credito sono accettate solo nei maggiori alberghi e nelle strutture più grandi. Per le spese quotidiane occorre portare la valuta locale (in Togo e Benin usano la stessa moneta, mentre in Ghana è diversa), che può essere cambiata in aeroporto all'arrivo, oppure al passaggio delle frontiere lungo le arterie stradali principali (presso le frontiere lungo le piste o le strade più remote, non ci sono uffici cambio). Per poter ricambiare in Euro i soldi che avanzano, è bene conservare la ricevuta del primo cambio. Il costo della vita in Ghana, Togo e Benin è molto inferiore rispetto al nostro, parametro da considerare quando si calcola la quantità di soldi da cambiare.
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