Chi decide partire per un lungo viaggio, come di consuetudine e come normale che sia, ha in mente di visitare tanti nuovi posti, entrare in contatto con usi e costumi differenti dai propri, arricchire il proprio bagaglio di esperienze e culturale per ritornare nella propria residenza cambiato e migliorato. Si hanno in elenco tante attività da fare e tra le poche non indicate vi è, sicuramente, quella di morire o di assistere al decesso di un proprio compagno di viaggio. Risulta deprimente e macabro mettere in conto questa possibilità ma, purtroppo, fa parte del ciclo naturale della vita e a tantissime persone è capitato di perdere la vita in viaggio. Non si parla di tragici incidenti sui mezzi di trasporto o attentati terroristici ma, semplicemente, di morti per cause naturali o tragici epiloghi dovuti a qualche sforzo fisico troppo forte o a qualche reazione allergica, giusto per citare qualche esempio. Esistono, di fatto, delle regole ed una prassi ben specifica da seguire in tale caso. Se siete ad esempio in viaggio a Roma ed un vostro parente viene a mancare, qui nell’articolo viene spiegato come rivolgersi alle onoranze funebri Roma per tale particolare circostanza.
Quando si viaggia all’estero, solitamente, ci si affida ad un’agenzia di viaggi o ad un tour operator. In tale caso, loro prima di partire mettono già in conto questa ipotesi nell’assicurazione di viaggio e, qualora si verificasse, sarebbero proprio gli assistenti ed i medici specializzati dell’assicurazione a gestire l’evento raggiungendo sul posto le persone coinvolte. Le persone vicine alla persona deceduta in viaggio devono fornire i suoi documenti di riconoscimento, il suo biglietto previsto per il ritorno ed essere ben rintracciabili comunicando i recapiti telefonici e i luoghi precisi in cui si trovano. Risulta sempre prudente verificare se nell’assicurazione di viaggio è previsto anche il trasporto della salma in Italia e l’accompagnamento per i parenti o gli affetti del soggetto deceduto.
Le difficoltà logistiche e burocratiche da affrontare in caso di morte fuori dalla città di residenza sono molteplici e, soprattutto, mutano di situazione in situazione. Se ad esempio si tratta di una morte fuori regione, come ad esempio qualcuno che ha domicilio a Napoli e muore a Roma, dopo una serie di produzioni di documenti di morte e accordi con l’agenzia funebre che funge da delega, la salma può tornare a Napoli. In caso succedesse all’estero e, quindi, fuori nazione o addirittura fuori continente, la faccenda si complica. Il rimpatrio dall’estero dipende dallo Stato in cui ci si trova e dai vincoli che impone. In ogni caso, va certificata la morte, il testo va tradotto in italiano e va legalizzato. Se il Paese in cui si trova la salma fa parte della Convenzione di Berlino, il testo è già pre-tradotto e non serve legalizzazione. Bisogna però vedere se il deceduto è iscritto allo schedario consolare. Se così non fosse, bisogna fornire un suo documento di riconoscimento ed informare il consolato per il rimpatrio del feretro.
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