Escursione in kayak e trekking sull'isola di Ellesmere
10, 11 agosto 2004
Uova, probabilmente di anatra, trovate in un nido abbandonato.
La baia nel Mar Glaciale Artico, con i suoi numerosi iceberg ed i kayak portati in secca.
Scattare foto panoramiche nell'artico e' tutt'altro che facile: il sole permanentemente basso per 24 ore, crea grossi problemi per l'esposizione.
Foto isola Ellesmere con i numerosi iceberg che riempiono le baie più interne.
Foto panoramica di Ellesmere e del deserto polare.
Una antica trappola per orsi polari, ad ingresso frontale. Una volta entrato, l'orso non riesce piu' a tornare indietro.
Inizia da qua un fantastico trekking di circa 8 ore verso un ghiacciaio di montagna che sfocia in un lago semicongelato. Sono gia' quasi le 4 del pomeriggio, ma non importa... il giorno eterno consente di partire a qualunque ora. Il vantaggio di visitare Ellesmere in kayak sta principalmente nel fatto che i trekking si possono fare senza trasportare pesi (tutto il bagaglio viene trasportato molto più facilmente solo in kayak).
Si presenta subito un ostacolo... occorre attraversare un torrente le cui acque, provenienti da un ghiacciaio, sono alla temperatura di +2° circa. Al fine di non bagnarsi scarpe e calzini, l'unico modo e' quello di passarlo a piedi nudi, una sensazione tremenda perche' dopo pochi secondi si perde completamente la sensibilita' delle parti esposte. Comunque va tutto bene e si prosegue la passeggiata.
Il colore della tundra e' rosso marrone, per la presenza di molte piante con le foglie di questo colore. A causa della latitudine elevata, le ombre sono sempre molto lunghe.
Un fiore, visto solo questa volta durante l'intero viaggio, che non sono riuscito a classificare.
Si giunge presso una altura dove sia ha una bella visione del mare, della penisola di Bache (a sinistra), della Groenlandia (al centro, ma poco visibile nella foto) e del ghiacciaio, meta finale della passeggiata (a destra).
Nonostante la temperatura sia prossima allo zero, riesco a stare solo con un maglione di alpaca, senza niente sotto (anzi, a forza di camminare ho molto caldo e vorrei rimuovere anche questo, se non fosse per il vento).
Finalmente si raggiunge il ghiacciaio ed il piccolo lago dalle acque eternamente congelate.
Nonostante il duro ambiente, i papaveri artici riescono anche a fiorire.
Si ritorna indietro prendendo una scorciatoia, camminando lungo il fianco della montagna.
Eccoci dinuovo qua'. Alcuni hanno preferito bagnarsi le scarpe (togliendosi solo i calzini) pur di evitare il trauma della precedente traversata... ma ovviamente non io (non visibile in foto).
Nonostante il sole brilli implacabile anche a quest'ora della notte, la temperatura si abbassa parecchio, provocando il congelamento della superficie del mare all'interno della baia...
...ma il mare si sta ritirando, e durante la bassa marea le nuove lastre di ghiaccio si adagiano uniformamente sul suolo.
Sulla superficie delle rocce e sui blocchi di ghiaccio stessi, si formano cristalli di ghiaccio dalle forme bizzarre (foto macro scattata a 3cm di distanza circa).
Il giorno seguente e' nuovamente nuvoloso...
Si procede ora verso nord, in una lunga traversata che durera' parecchie ore.
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